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Intervista a Martino Adriani, dal vivo a Palinuro venerdì 12

11012018 martino adriani
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giovedì 11 gennaio 2018
CilentoNotizie su GNews

Si chiama Martino Adriani, è un cantautore in bilico fra il serio ed il faceto, ed è pronto per esibirsi alla vineria Hope di Palinuro, venerdì 12 gennaio, accompagnato al contrabbasso da Lucian Kurko.

L’abbiamo intervistato.

Ciao, Martino: prima di tutto presentati ai nostri lettori.

Ciao, sono Martino Adriani, cantautore originario di Abatemarco. La mia penna è malinconica, ma cerco di usare l’ironia e il sarcasmo per nascondere un po’ questa mia indole. Scrivo soprattutto canzoni che parlano d’amore dietro le quali, molto spesso, non troppo velate sono le critiche alle convenzioni culturali, ai costumi, alle mode.

Parlaci dei tuoi lavori in studio fino ad oggi.

Nel 2012 esce “Non date retta a me”, EP contenente cinque brani che vede la produzione artistica di Daniele Brenca, già musicista di Eugenio Bennato, Raiz, Pietra Montecorvino. Il pezzo dell’EP che mi ha avvicinato maggiormente al pubblico è stato “Marika discarica”, canzone-protesta contro la costruzione di una discarica nel Cilento. Nel 2016 è invece uscito “Agrodolce - racconti d’amore fra fegato e cuore”, il mio primo disco. A curare gli arrangiamenti e a suonare buona parte degli strumenti, il mio braccio destro Manuele Scandizzo. “Agrodolce” è un album che parla d’amore o, meglio ancora, delle varie dinamiche che si vanno a creare nei rapporti di coppia: racconta di litigi, di storie d’amore finite, di amori più “social” che reali, di muse irraggiungibili, dell’amore cercato ai programmi TV. Insomma, le due facce dell’amore: l’amaro, il dolce. Un disco a tratti comico, a tratti cupo, che vuole far sorridere, ma a volte anche commuovere.

Attualmente stai lavorando a un nuovo album: qualche anticipazione?

Per quel che riguarda la musica, ci sarà una svolta notevole, ma è un po’ presto per dare delle anticipazioni, anche perché ci stiamo ancora lavorando su. Se ci soffermiamo sui testi, beh, l’ironia di cui parlavo prima, quella che ha caratterizzato il mio percorso fino ad ora, nel prossimo lavoro sarà messa da parte. Non sarà un disco provocatorio, come per buona parte lo sono stati i due precedenti, ma sarà un disco introspettivo, più sincero, più diretto, e credo più maturo. E tutto ciò non è stato per nulla forzato, ma figlio di un processo naturale: d’altronde, qualche pelo bianco sulla barba inizia a spuntare…

Suoni molto dal vivo, in giro per tutta l’Italia: raccontaci qualche aneddoto particolare che ti è capitato.

Uno dei live più belli di questo “tour” è stato a Roma, a ‘Na Cosetta, dove ho aperto il concerto di Lorenzo Kruger dei Nobraino. Il locale era strapieno ed è stato divertente il boato del pubblico romano sul mio verso incazzato in “Ma la domenica”: “Ma, dico io, conosci l’importanza di Roma-Lazio?!?!?!?”.

Suonerai da Hope, a Palinuro: cosa deve aspettarsi il pubblico?

Saremo in duo, chitarra e contrabbasso; ad accompagnarmi ci sarà Lucian Kurko, ma sul finale ci sarà qualche sorpresa! Cosa deve aspettarsi il pubblico?!! Partiamo da ciò che mi aspetto io, ovvero il pubblico che ho visto le ultime volte all’Hope, pieno di belle ragazze! Se così sarà, farò un bel concerto, altrimenti… mica suono!!! (sorride) [“sorride” me lo sono scritto da solo; Martino Adriani]

Saluta i nostri lettori.

“La stoltezza, l'errore, il peccato, l'avarizia, abitano i nostri spiriti e agitano i nostri corpi; noi nutriamo amabili rimorsi come i mendicanti alimentano i loro insetti…”; “Al lettore”, l’introduzione a “Les Fleurs du mal” di Baudelaire: la conoscete, no? (sorride di nuovo) [sono un pirla; Martino Adriani].



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