Verrone: Grazie per la sua gentile disponibilità all'intervista per Cilento Notizie! Lei ha detto in una intervista che come comico stima maggiormente Walter Chiari, quindi non gradisce la comicità napoletana?
Rivieccio: Grazie a Marisa Russo per il suo bell'articolo in Cilento Notizie. Sin da ragazzo ho avuto molta stima per Walter Chiari, che fra l'altro è meridionale, pugliese trapiantato a Milano, ma ho certamente considerato Maestri Totò, Eduardo e Peppino De Filippo, Nino Taranto, Luisa Conte, con cui ho debuttato in teatro, tutti i maggiori del Teatro Napoletano, l' ho scritto anche nel mio libro del 2OO8 "Retroscena". Se non fossi nato a Napoli credo non avrei fatto l'attore! Se fossi nato ad Ivrea probabilmente sarei stato un impiegato alla Vodafone! La napoletanità è essenziale, ma nelle mie impostazioni mi ispiro anche a Walter Chiari!
Verrone: Lei non fa l'attore in una pièce, ma il mattatore, l'unico a recitare, questo il motivo per cui introduce canti e musica?
Rivieccio: I miei monologhi sono efficacemente intercalati da canti e musica con tre bravissime vocalist Vanda Palma, Giusy Vigliotti ed Angelica Parisi, al pianoforte il Maestro Marco Ciardello. Parteciperò anche come ospite ad uno spettacolo con la "Nuova orchestra Italiana" a Napoli con lo spettacolo "Tre punti e a capo" di Renzo Arbore all'Augusteo dal 24 Novembre al 3 Dicembre.
Verrone: pensa che la sua laurea in legge abbia una influenza per la scelta della satira politica?
Rivieccio: Non so! Ho iniziato a fare l'attore molto prima della laurea, al Teatro Sannazaro. Credo che la mia laurea sia servita ad entrare in alcuni ambienti, ma non a favorire il mio lavoro di scrittore ed attore di teatro, per cui serve un talento, una predisposizione, uno studio ecc!
Verrone: Lei ha un impegno importante, poiché non vuole suscitare il riso con il linguaggio scurrile, non con la mimica divertente, ma con la riflessione, stimolando alla critica intelligente.
Rivieccio: Certo non amo la risata, come amo definirla, "gastronomica" fine a se' stessa, la chiamo così ovvero "mordi e fuggi", ma la comicità che fa pensare, che lascia un messaggio, che lascia una riflessione, chi viene a teatro, paga un biglietto, merita di più, le barzellette le dico solo a casa tra amici quando è il caso.
Verrone: Lei in questa pie'ce "da cosa nasce cosa" parla delle conseguenze del virus del covid, il cambiamento sociale, ma afferma che il virus peggiore è il virus della stupidità, da cui nascono anche atrocità.
Rivieccio: Il virus della stupidità, di cui parlo e' esploso anche in queste assurde ed atroci guerre, tra Ucraina e Russia con civili e bambini trucidati con violenze inaudite, poi tra Israele ed Hamas. Le guerre dimostrano l'insania dell'uomo, la sua bestialità.
Verrone: La saluto, la ringrazio per l'intervista, verrò ad ascoltarla all'Augusteo a Napoli . Con un sorriso le dico che, contrariamente a quanto si dice della superstizione dei napoletani, lei ha sfidato per questa rappresentazione anche il Venerdì 17.
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