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VALLO DELLA LUCANIA TEATRO LA PROVVIDENZA INTERVISTA A CARLO BUCCIROSSO

di MARIA ROSARIA VERRONE

09122023 buccirosso e verrone
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sabato 9 dicembre 2023
foto autoredi | Blog
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M.R.VERRONE: BENVENUTO A VALLO DELLA LUCANIA!

Ieri lei ha presentato tale spettacolo al Teatro di Agropoli, si esibisce anche in questo Teatro a Vallo da anni, percepisce una qualità diversa di pubblico tra i due teatri?

C.BUCCIROSSO: Quando lo spettacolo piace non c’è differenza di pubblico. C’ è da dire piuttosto che sia questione di lunghezza e grandezza del teatro, quando maggiormente è piccolo più è perfetto, soprattutto per il genere comico perché si coglie meglio l’espressione del viso, arriva prima la comicità che deriva dal viso a differenza dei teatri grandi dove tutto è in differita per chi non sta seduto nei primi posti.

Queste sono le differenze da fare, poi se lo spettacolo piace, non è questione di differenza di pubblico.

M.R.VERRONE: Il titolo di questa pièce si rifà alla nota operetta "La Vedova Allegra", ma al maschile. Vuole evidenziare in modo palese che anche il maschio trova l'allegria nella vedovanza?

C.BUCCIROSSO: Assolutamente no, sarebbe molto limitativa questa mia scelta. Il protagonista, a causa del covid, rimane vedovo e perde il lavoro

trovandosi ad affrontare grossi problemi economici, (come è successo a molti anche nella realtà, devo dire però che non parlo di covid, è solo accennato nelle prime battute della commedia, rappresenta la partenza della mia storia) siccome cercavo un titolo, amo molto e da sempre la Vedova allegra, particolarmente la musica, (amo in realtà l’opera in generale) mi son detto perché no, scegliere il titolo “Il vedovo allegro”, mi è piaciuto subito. Poi l’uomo nella mia opera teatrale affronta tutto con l’ironia che sarebbe un modo per superare le difficoltà e i lati oscuri della vita.

M.R.VERRONE: Fa riferimento alla fecondazione eterologa, ma con molta ironia, quindi lei è contrario a tale pratica? E' in sintonia con la posizione contraria della Chiesa?

C.BUCCIROSSO: Bella domanda, bisognerebbe parlarne a lungo. Io personalmente, come questo personaggio, sono molto cattolico nel profondo, la mia educazione è stata tale, ho frequentato molto le chiese, anche se adesso non ci vado molto, quando passo davanti ad una chiesa mi rammarico non poterci entrare per mancanza di tempo. Cerco però di pregare quando non ne ho bisogno, se lo facessi quando ne avrei bisogno mi vergognerei di farlo. Si parla di un pacco postale dove c’è un kit fai da te con tutto ciò che riguarda la fecondazione artificiale, una delle più grandi tristezze in cui la nostra umanità si trova a vivere, tutto questo ben di dio finito in un “pacco postale”. Quello che penso! Certo, se mi metto nei panni di una donna o di una coppia che desidera un figlio tutto si può fare, importante non cadere nel lucro, nello spettacolo si dice anche questo, oramai la banca del seme sta diventando una cosa vergognosa, il desiderio di un figlio quello vero invece mi fa allargare il cuore.

M.R.VERRONE: Esalta la solidarietà umana, mette così in evidenza una qualità del popolo napoletano?

C.BUCCIROSSO: La solidarietà spero che non sia solo del popolo napoletano anche perché il popolo napoletano può avere la solidarietà ma ha pure i suoi lati negativi e quindi non basta.

M.R.VERRONE: A quale tradizione del teatro napoletano lei pensa di maggiormente appartenere?

C.BUCCIROSSO: Io sicuramente faccio la tradizione, si vede dalla scenografia, dalla scelta degli attori, dalla regia che faccio, dai problemi che affronto, parlo di famiglia e dei suoi problemi ma lo faccio in modo molto moderno sia nel linguaggio sia nei ritmi e sia in tante altre cose.

Eduardo rappresenta il fiore all’occhiello, molti mi dicono che sono l’erede di Eduardo, non accetto paragoni così difficili. Se mi si dice che faccio il teatro tradizionale come lo realizzava Eduardo lo accetto anche perché lo faccio molto volentieri. Lo affronto inoltre con grandi spese di denaro e di energie fisiche e psichiche, mi ci vogliono a volte 4 o 5 mesi per scrivere, non faccio le “frittelle” e ne sono orgoglioso!

M.R.VERRONE: Lei è contemporaneamente scrittore, regista ed attore dello spettacolo teatrale, qualora fosse costretto a scegliere un solo ruolo quale salverebbe?

C.BUCCIROSSO: Un’altra bella domanda, soffrirei a lasciarne qualcuno ma quello che veramente dà molte soddisfazioni è quello dello scrittore che ti dà la possibilità di parlare a migliaia di persone. Un privilegio! Certo non mi permettono di andare in tutti i teatri, questa è la legge del teatro di adesso, ti fanno andare dove vogliono loro, va avanti chi è più ammanigliato. il teatro è come una torta e tutti vogliono prendere quante più fettine possono. Grande privilegio è parlare a migliaia di persone, è un dono di Dio, non ci rinuncerei mai Mi costerebbe abbandonare la regia come mi costerebbe non poter fare l’attore, ma non rinuncerei alla scrittura.

M.R.VERRONE: Grazie, Maestro Buccirosso, per l’intervista, ma grazie per le emozioni che ci regala e per le riflessioni profonde che ci spinge a fare.

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