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VALLO DELLA LUCANIA TEATRO LA PROVVIDENZA " IL VIAGGIO DI PAPA' " INTERVISTA A MAURIZIO CASAGRANDE

di Maria Rosaria Verrone

20022024 verrone e casagrande
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martedì 20 febbraio 2024
foto autoredi | Blog
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VERRONE: Benvenuto nel Cilento. Dopo "Mostri a parte" che presentò qualche anno fa quì con una forte critica all'attuale società, pur con grande umorismo, ora ci fa pensare con "Il viaggio di papà" al spesso difficile rapporto tra genitore e figlio. Lei figlio d'Arte non ha però vissuta questa problemativca, vero?

CASAGRANDE: Con mio padre non ho avuto problemi, non c’è stato mai il problema del rapporto padre e figlio, siamo andati sempre d’accordo, mi ha incoraggiato in qualsiasi momento, anzi negli ultimi anni è diventato un mio ammiratore accanito. Mi ha sempre spinto, era molto contento del mio percorso e questo mi dava molto coraggio nel continuare con le mie idee sempre molto particolari. Non dico belle ma sicuramente non comuni che ogni tanto potrebbero dare fastidio da farmi venire il dubbio “Forse non è il caso di dire certe cose” ma, invece, lui mi ha sempre spinto a dire “Continua perché quello che fai è bello e vai avanti”. In realtà però , in questo lavoro, c’è sì il rapporto tra padre e figlio ed è un rapporto dominante ma io non ho indagato su ciò. Lo spettacolo gioca sul rapporto della parte adulta dell’umanità, consapevole ed anche un po’ arrogante su tutto ciò che è stato fatto fino ad oggi, con tutto ciò che invece si sta affacciando adesso, da parte dei giovani più consapevoli del mondo che hanno intorno e di quello che hanno combinato i genitori nel corso del tempo. E’ uno spettacolo fortemente a sfondo ecologico, la conoscenza che avviene tra questo padre e figlio che, a causa di un incidente particolare, si ritrovano a stare insieme, ad aiutarsi e quindi a conoscersi. Il gioco su cui voglio ragionare è “Chi sa, chi è consapevole ed è bravo a fare deve imparare ad ascoltare chi non è ancora bravo a fare ma qualche volta ha delle intuizioni che chi già fa da tanto tempo potrebbe non avere più”.

VERRONE: questo viaggio fantastico che realizza il cambiamento della personalità è anche un richiamo a compiere "viaggi" interiori essenziali per lo sviluppo della personalità, troppo trascurati a favore di viaggi esteriori?

CASAGRANDE: Sicuramente, sono fermamente convinto che il teatro abbia un compito alto, quello di accendere le menti. Io sono uno che vuol far ridere, non riesco a stare con un pubblico che sta due minuti senza ridere, mi sembrerebbe che sia finita la mia carriera, però ridere in maniera gratuita non mi piace. Cerco sempre di ricostruire qualcosa che, insieme alla risata, racconti qualche altra cosa in modo che alla fine della serata, satolli di risate, si è acceso però un pensiero per riflettere.

VERRONE: Questo citare in questa pièce la musica quale linguaggio universale di comunicazione, rivela una sua malinconia per aver abbandonato tale linguaggio?

CASAGRANDE: No, assolutamente, perché non ho mai abbandonato la musica, nella musica non c’è alcuna forma di razzismo, né “Io sono colto e tu sei ignorante”, né “Io sono ricco e tu sei povero”. La musica è un linguaggio che va oltre questo, va al di là di tutto. Nello spettacolo, anche se non posso svelare molto, c’è qualcosa di magico, di favolistico, di sovrannaturale che utilizza, come linguaggio fondamentale, proprio la musica.

VERRONE: Lei opera sia nel Cinema che nel Teatro, quale forma preferisce? Se fosse costretto a sceglierne una sola per quale opterebbe?

CASAGRANDE: Io non ho mai voluto fare delle scelte, forse per questo non sono stato un attore prettamente teatrale, né sono diventato un attore prettamente cinematografico perché non ho mai voluto scegliere in quanto a me piace lo spettacolo in tutte le sue forme. Mi piace il teatro, mi manca anche fisicamente quando non lo faccio, ma non saprei stare nemmeno senza fare cinema, infatti nel mio spettacolo ci sono dei momenti che sono chiaramente cinematografici.

VERRONE: L'abbiamo visto spesso in TV anche nel programma condotto da Stefano De Martino "Stasera tutto è possibile". Pensa che De Martino potrebbe essere l'anno prossimo il nuovo conduttore del Festival di San Remo?

CASAGRANDE: Non lo so, non lo so, io mi auguro un conduttore più musicista, meno presentatore, meno uomo dello spettacolo ma più capace di trovare musica. Capace di riaccendere un interesse che personalmente, per quanto mi riguarda, non mi prende più. Sì, le canzoni ci sono, non è che sono tutte brutte ma non mi piace il movimento, non sento che porta qualcosa di nuovo. Nei tempi passati anche quando ascoltavo altra musica, il Festival di Sanremo era innanzitutto un evento da vedere e ascoltare ma soprattutto capace di scoprire grandi ed indimenticabili artisti, per fare un esempio, Vasco Rossi.

VERRONE: Io la ringrazio, sarò presente in sala per poterla ammirare e mi auguro che venga nel Cilento anche il prossimo anno.

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