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La Sapienza studia il Cilento per prevenire i rischi di inquinamento da greggio

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31/03/2008
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Cosa accadrebbe sulle coste cilentane se si verificassero sversamenti accidentali di greggio o di prodotti petroliferi in mare da un pozzo, una condotta o da una nave, per una errata manovra o un incidente, con conseguente spiaggiamento di inquinanti? E, soprattutto, come si potrebbe intervenire nel modo più efficiente per limitare i danni e proteggere lo straordinario patrimonio ambientale del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano con le due neo-nate aree marine protette di Santa Maria di Castellabate e Punta Infreschi?

È il rischio potenziale da cui è partita l’analisi condotta dagli esperti dell’associazione Troposfera onlus – circolo territoriale Leucosia – in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del territorio e del mare e con l’Università La Sapienza di Roma. Sabato scorso (29 marzo) la presentazione del progetto a Santa Maria di Castellabate presso l’hotel La Pergola. Al centro dei lavori il caso studio della penisola cilentana con l’analisi della sensibilità costiera agli oil-spills.

L’incontro si è aperto con i saluti del presidente del circolo territoriale Leucosia di Troposfera onlus, Angela Florio, del sindaco di Castellabate Costabile Maurano e del già presidente del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, Giuseppe Tarallo.

Quindi, il direttore del dipartimento di Fisica tecnica della Sapienza, Franco Gugliermetti, ha presentato il filmato didattico sulla sensibilità costiera al petrolio realizzato nel Cilento. Sono seguiti gli interventi di Patrizia De Angelis della Direzione generale protezione della natura Mattm, di rappresentanti della Guardia costiera, di Gabriella Natale, direttrice del Museo vivo del mare di Pioppi e del coordinatore scientifico del progetto Federico Cinquepalmi.

Il convegno ha preso il via dalla sperimentazione svolta nel corso della scorsa estate dai ricercatori dell’Università La Sapienza sulla costa del Cilento, con l’esplorazione delle possibili metodologie di analisi costiera legate al rischio potenziale del traffico petrolifero e agli strumenti per la mitigazione degli impatti, tenendo conto che si tratta di un ambito ad alta sensibilità, in pieno parco nazionale e con le due aree marine costiere di Santa Maria di Castellabate e Punta Infreschi.

 
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